Mondo

I costi della “democrazia da export”

Giochi e numeri che non quadrano.

di Sandro Calvani

La guerra costa cara. Tutti i leader della storia, costruttori di pace e condottieri, l?hanno sempre saputo o l?hanno scoperto alla prima occasione. Il presidente Usa Franklin Delano Roosevelt riteneva invece che la guerra costasse comunque troppo. Secondo i suoi biografi il costo astronomico della seconda guerra mondiale fu una delle ragioni che lo indussero a contribuire alla creazione dell?Onu. Voleva rendere molto improbabili le guerre future non perché era un pacifista, ma perché riteneva la guerra un enorme spreco di soldi. La guerra in Iraq, non fa eccezione. Nel settembre scorso il presidente Bush ha ottenuto dal Congresso altri 87 miliardi di dollari, la più grossa richiesta di fondi bellici dal 45. E lo shopping di guerra non trova mai nulla a prezzi di saldo di fine stagione: 595 nuovi veicoli Humvee a 250mila dollari l?uno fanno 148,75 milioni di dollari. Tre pezzi di uniforme antiproiettile per 60mila soldati, a 5mila dollari l?uno, fanno 300 milioni di dollari. Peter Peterson, ex ministro di Nixon, elenca questi e altri costi nel suo recente libro: Correre con il serbatoio vuoto: come i partiti stanno mandando in bancarotta il nostro futuro e cosa possiamo fare noi americani. Peterson ritiene che se «la guerra al terrorismo durerà anni e decenni, non settimane e mesi», come ha previsto Bush, il dollaro continuerà a crollare. Secondo lui non ci saranno al mondo abbastanza stranieri che continueranno a investire negli Usa quanto servirà per tappare il buco colossale del debito pubblico. Cambiare i cingoli di ognuno dei 60 carrarmati Bradley costa 22.574 dollari ogni due mesi. Nel 2003 gli elicotteri Apache in Iraq hanno inghiottito 1,3 miliardi di dollari in pezzi di ricambio. Ci vogliono trenta convogli di camion al giorno dal Kuwait e dalla Turchia e 6mila operatori civili per approvvigionare le truppe, dall?acqua minerale agli hamburger. La spesa è di un miliardo di dollari per divisione, ogni due settimane. Sapevamo che la democrazia nazionale costa. Ma quella da esportazione mette in difficoltà perfino la più grande economia del mondo.

Le opinioni qui espresse non rappresentano necessariamente l?opinione delle Nazioni Unite


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